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giovedì 24 gennaio 2013

26/1: L'Anarchismo: un'idea viva nella storia di Roma

 
L'ANARCHISMO: UN'IDEA VIVA NELLA STORIA DI ROMA
ne discutiamo sabato 26 gennaio 2013 h. 16:00 allo Spazio Anarchico "29 Luglio"
v. Rocco da Cesinale, 18 (Metro Garbatella)
con
Pasquale Grella, Roberto Carocci, Valerio Gentili
organizza: Circolo "Carlo Cafiero" Fai-Roma

martedì 2 ottobre 2012

Leda Rafanelli (1880-1971)

Leda Rafanelli nasce a Pistoia nel 1880. Di famiglia piccolo borghese, inizia a lavorare come tipografa. A vent'anni trascorre un breve periodo ad Alessandria d'Egitto dove viene a contatto con vari esponenti del movimento anarchico di lingua italiana e si converte all'islamismo. Al suo rientro in Italia, a Firenze, frequenta la Camera del Lavoro, dove incontra Luigi Polli, giovane militante anarchico conosciuto in Egitto. Si sposano e danno vita ad una piccola casa editrice denominata Edizioni Rafanelli-Polli. Leda scrive opuscoli anticlericali, antimilitaristi e di propaganda. Nel 1905 esce il suo primo romanzo: Un sogno d'amore. Nel 1906, pubblica "La Blouse", rivista sociale. È propugnatrice del socialismo anarchico, ma nel 1907, in seguito all'incontro con Giuseppe Monanni, anarchico individualista, avviene una svolta nella sua vita, sia dal punto di vista ideologico che affettivo.
Scrive su "Vir" (Firenze, 1907-1908), rivista teorica individualista,
su "La Protesta Umana" (1906-1909), "La Sciarpa Nera" (1909-1910), "La Questione Sociale" (1909), "La Rivolta" (1910-1911) e "La Libertà" (1913-1915). Nel 1909 la coppia inizia l'attività editoriale, creando la Società Editoriale Milanese e pubblicando anche varie opere di Leda: Bozzetti Sociali, Seme Nuovo, Verso la Siberia. Nel 1910, dopo la nascita del figlio Elio Marsilio (Aini), si trasferiscono a Milano aprendo la Libreria Editrice Sociale. Carlo Carrà, non ancora noto, ne disegna il logo.
È in questo periodo che nasce un'amicizia tra lei e Mussolini che terminerà nel 1914 (nel 1946, Leda raccoglierà in un volume le lettere che Mussolini le aveva indirizzato). Nel 1917 esce il romanzo Incantamento. L'attività editoriale riprende nel dopoguerra; Leda pubblica L'Eroe della Folla, Donne e Femmine. La Casa Editrice Sociale, risorge nel 1926, come Casa Editrice Monanni, dopo che nel 1923 è distrutta da una spedizione fascista, pubblicando testi a sfondo sociale e libri di autori internazionali. Nel 1934 si conclude definitivamente il rapporto affettivo tra Monanni e Leda che nel 1942 lascia Milano e va a vivere prima a Sanremo poi a Genova. Leda si allontana dall'attivismo anarchico, continuando a scrivere prose ritmiche, poesie, fiabe per bambini, con lo pseudonimo di Zagara Sicula e romanzi, la maggior parte dei quali ancora inediti. Riprenderà in seguito a scrivere articoli su varie testate anarchiche, che ha finanziato fino alla fine dei suoi giorni. Si spegne a Genova il13 settembre 1971.

da: Archivio Camillo Berneri

sabato 22 settembre 2012

Aldo ELUISI: l'antifascista militante.

ALDO ELUISI
(Venezia, 11 settembre 1898 – Roma, 24 marzo 1944) è stato un militare e partigiano italiano insignito di Medaglia d'Oro al Valor Militare alla memoria.
Durante la prima guerra mondiale servì nei reparti di assalto degli Arditi; nel periodo della disfatta di Caporetto si impegnò in operazioni particolarmente audaci e venne proposto per una medaglia al valore. A guerra finita tornò a Roma, dove si era trasferito con la famiglia da bambino, divenendo una delle figure di riferimento della locale sezione dell’associazione degli Arditi d'Italia. Nel prosieguo prese parte all’Impresa di Fiume. Nell'aprile del 1921, venne eletto consigliere del nuovo comitato d’azione nella sezione romana dell'ANAI e pochi mesi dopo, insieme agli ufficiali Argo Secondari e Pierdominici, fondò gli Arditi del Popolo.

Antifascista vicino all'ideologia anarchica, e da molti considerato anarchico a tutti gli effetti,, il suo nome rimane legato anche a quello di Vincenzo Baldazzi sia come organizzatore delle squadre antifasciste degli Arditi del Popolo nate dalla scissione, guidata da Argo Secondari, dell'Associazione Nazionale Arditi d'Italia, sia per la Resistenza. Nel periodo negli scontri con i fascisti negli anni venti a Roma rimase ferito alla schiena da una coltellata. Successivamente, con il fascismo asceso a regime, si avvicinò al Partito d'Azione. Questo, soprattutto nel periodo della guerra di Spagna, ebbe infatti forti contatti e collegamenti con il movimento anarchico a causa della comune matrice sia antifascista che antistalinista.

Dopo l'8 settembre 1943, Eluisi si batté con valore contro l'esercito di occupazione tedesco a Porta San Paolo e alla Madonna del Riposo; fu poi partecipe della Resistenza attiva a Roma e nella formazione del Circolo di Giustizia e Libertà diretto da Vincenzo Baldazzi e che contava su una forte presenza di partigiani anarchici.

Venne catturato, ma riuscì a fuggire. Un delatore lo tradì; ripreso dalla cosiddetta banda Koch (vero e proprio reparto di polizia speciale) in una pensione romana di via Principe Amedeo, venne torturato a lungo in carcere (dove fu compagno di cella di Pilo Alberelli) senza però che gli venissero estorte notizie sui compagni. Fu quindi tradotto alle Fosse Ardeatine e trucidato.

venerdì 21 settembre 2012

Carlo Pisacane (1818-1857)


E' stato il primo anarchico italiano, rivoluzionario del Risorgimento, antiautoritario, legato all'anarchismo proudhoniano. Nasce a Napoli nel 1818 da famiglia nobile che lo volle arruolato, ma una relazione d'amore considerata poco ortodossa lo porta a spogliarsi della divisa e a fuggire all'estero. Combatte nella prima guerra d'indipendenza e fonda, insieme a Garibaldi e a Mazzini, l'anticlericale Repubblica Romana (1849). Pubblica saggi storici e nel 1850 fonda il periodico 'La parola libera'.
Pisacane crede nella rivoluzione del popolo e per questo si unisce a Mazzini per concordare azioni militari volte a far sollevare i contadini. Si giustifica così la 'spedizione di Sapri' (1857), quando i due si impossessano di una nave diretta a Tunisi e la dirottano a Sapri. I Borboni però ingannano i contadini, dicendo che quella nave trasporta ergastolani pronti a ucciderli, e i contadini stessi assaltano la nave. I rivoluzionari imbarcati scappano, ma in 25 vengono massacrati dalla popolazione di Padula, e gli altri consegnati ai gendarmi. Il giorno dopo, il 2 luglio 1857, Pisacane si suicida a Sanza (SA), mentre tutti gli altri vengono condannati a morte nel 1858, poi graziati. La poesia 'La spigolatrice di Sapri' canta le gesta di quei '300 giovani e forti'.
L'anarchismo di Pisacane si fonda sull'idea di uguaglianza ottenuta attraverso la rivoluzione, la quale deve generare un federalismo egualitario, cooperativo. Da questo federalismo che unisce, si forma la coscienza fraterna del popolo italiano (alfine unito) che coopera per il proprio benessere.
Dice Pisacane:
«Per quanto mi riguarda, io non farei il più piccolo sacrificio per cambiare un ministero e per ottenere una costituzione, neppure per scacciare gli austriaci della Lombardia e riunire questa provincia al Regno di Sardegna. Per mio avviso la dominazione della Casa di Savoia e la dominazione della casa d’Austria sono precisamente la stessa cosa. Io credo pure che il regime costituzionale del Piemonte è più nocivo all’Italia di quello che lo sia la tirannia di Ferdinando II […] Io credo al socialismo… il socialismo di cui parlo può definirsi in qeste due parole: libertà e associazione»

Sulla religione
«Chi ha creato il mondo? Nol so. Di tutte le ipotesi la più assurda è quella di supporre l'esistenza di un Dio, e l'uomo creato a sua immagine; questo Dio, l'uomo l'ha creato ad immagine propria, e ne ha fatto il Creatore del mondo; e così una particella è diventata creatrice del tutto [...] gli uomini oggi si associano non già per pregare e soffrire, ma per prestarsi vicendevole aiuto, lavorando per acquistare maggior prosperità e per combattere; l'aspirazione del socialismo non è quella di ascendere in cielo, ma di godere sulla terra. La differenza che passa tra esso e il Vangelo è la stessa che si riscontra fra la rigogliosa vita di un corpo giovine, ed il rantolo di un moribondo.».

Sull'amore
«Tutte le leggi, egli dice, sono scaturite dalle dipendenze che la violenza e l'ignoranza stabilì fra gli uomini; ed in tal guisa il matrimonio risultò dai ratti, che i più forti fecero delle più belle, per usurparne il godimento. La natura, per contro, sottopone l'unione dei sessi alla sola legge dell'amore, e se un'altra regola, qualunque siasi, interviene, l'unione cangiasi in contratto, in prostituzione.... L'amore adunque, nel nostro patto sociale, sarà la sola condizione richiesta a rendere legittimo il congiungimento dei due sessi.»

Sulla libertà
«La libertà non ammette restrizioni di sorta alcuna, nè fa d'uopo d'educazione o di tirocinio per gustarla; essa è sentimento innato nell'umana natura.»

U. Tommasini: Il fabbro anarchico


Operaio e militante, ma soprattutto uomo libero e solidale, Umberto Tommasini (1896-1980) è un tipico anarchico della sua generazione: non un dirigente o un teorico, di quelli che fanno la storia ufficiale. E neppure un esecutore, un ingranaggio delle macchine partitiche e sindacali.
Risolutivo e sonoro è l’io narrante del protagonista, un lavoratore manuale, che solo attraverso una lunga conversazione può trasmettere la memoria di un’autentica esistenza antiautoritaria: spontanea e cosciente, coerente e contraddittoria.
Egli affronta il carcere e mette di frequente a repentaglio la vita con estrema naturalezza e serenità. Mantiene intatta la propria integrità e ingenuità tra scontri armati, in particolare in Spagna, condanne, evasioni, attentati a Mussolini. Incontra, e spesso si scontra, con figure di rilievo della storia del movimento operaio italiano: Rosselli, Berneri, Valiani ma anche Di Vittorio, Vidali, Bordiga).
Dalla Trieste austriaca alla Prima Guerra Mondiale, dal biennio rosso al confino, dall’esilio a Parigi all’epopea spagnola, dal ritorno alla “città senza pace” al Sessantotto. Un lungo filo di impegno e di utopia unisce periodi e contesti radicalmente diversi nei quali si muove con la tranquillità e la determinazione di un essere umano attento e attivo.
Claudio Venza è docente di Storia della Spagna contemporanea e di Storia dei partiti e dei movimenti politici presso l’Università di Trieste; ha insegnato Storia dell'Italia contemporanea all'Università Autonoma di Barcellona. Dirige, con Alfonso Botti, la rivista «Spagna contemporanea». Ha promosso, con Giampietro Berti, la stesura del Dizionario Biografico degli Anarchici Italiani (Pisa, 2004-05, 2 voll.). Tra le pubblicazioni principali: Umberto Tommasini. L’anarchico triestino (Milano, 1984); (con Francisco Madrid), Antología documental del anarquismo español (Madrid, 2001); Anarchia e potere nella guerra civile spagnola (Milano, 2009).
INDICE
Introduzione di Claudio Venza
Autobiografia di Umberto Tommasini
1. Proletari sfruttati perché ignoranti
2. Infilare la baionetta in un altro
3. Una pagnotta in dodici
4. Armi nascoste
5. Un gruppo di lavoratori
6. La milizia fascista era pronta a sparare
7. Intellettuali non abituati
8. Non volevo andarmene via
9. L’impressione di essere niente
10. Se necessario sappiamo organizzarci
11. Vinciamo di sicuro
12. Un lavoro difficiletto
13. Berneri era sfinito
14. Con gli spagnoli fino in fondo
15. Stracci sporchi e coscienza pulita
16. Caduta del fascismo senza merito nostro
17. I comunisti dominavano
18. L’imbroglio di Tito
19. Il giornale “Germinal” e i sindacati
20. Con gli anarchici non si guadagna
21. Giovani che si avvicinano
Intervista a Claudio Magris

                                                                                                                            - odradek edizioni -

giovedì 20 settembre 2012

Amilcare Cipriani, l'internazionalista baricadero (1844-1918)

Amilcare Cipriani nacque ad Anzio, il 18 ottobre 1844, ma la sua famiglia si trasferì a Rimini quando aveva appena quindici giorni. Trascorse l'infanzia in una scuola gestita da religiosi, che disprezzavano il temperamento ribelle del ragazzo. Scappò di casa per arruolarsi nell'esercito Piemontese, era il 1859, e lui non era ancora quindicenne quando combatté nella battaglia di S. Martino. Fu tra i Mille accanto di Garibaldi nel famoso 1860. Di nuovo al suo fianco fu anche durante la disastrosa impresa in Aspromonte. Raggiunse la Grecia (qui Cipriani costituì il " Club Democratico" e con Emanouil Dadaoglou, nel 1862, organizzò un gruppo violentemente ostile al Re Otto di Grecia) e poi l'Egitto da ricercato; nel 1866 il "disertore" tornò a combattere tra le file di Garibaldi. Nel 1867, dopo il rientro ad Alessandria d'Egitto, in una rissa uccise un italiano e accoltellò due guardie egiziane. A Londra, dove si rifugiò, conobbe Giuseppe Mazzini e fece parte della I Internazionale; successivamente si trasferì in Francia, dove combatté con Garibaldi contro i Prussiani. Cipriani partecipò alla difesa della Comune di Parigi (1871), a causa della quale fu condannato a morte, pena poi convertita all’esilio in Nuova Caledonia (come Louise Michel). Fu graziato dopo otto anni, nel 1880. Espulso dalla Francia, si spostò in Svizzera, dove conobbe Carlo Cafiero. Nel gennaio 1881 fu arrestato in Italia con l’accusa di "cospirazione"; nel 1882, ad Ancona, fu processato per i fatti egiziani e condannato a vent'anni di lavori forzati da scontare a Portolongone. La sua fama rimase immutata e nel 1886, alle elezioni politiche, fu presentata la sua "candidatura di protesta" nei collegi di Ravenna e Forlì, dove risultò eletto con un plebiscito. Nel 1888, grazie anche alle pressioni popolari, il nuovo processo sui fatti egiziani lo assolse da ogni accusa. Tornò nuovamente a Parigi dove fondò l'"Unione dei popoli latini", si avvicinò alle posizioni socialiste rivoluzionarie e anarchiche, collaborando attivamente a quotidiani e periodici, tra cui Le Plébéien (Il Plebeo). Durante il congresso di Zurigo della II Internazionale, Cipriani si dimise dal suo mandato per protesta contro l’esclusione degli anarchici. Nel 1891 partecipò come delegato ai lavori del Partito Socialista Rivoluzionario Anarchico e, il 1° Maggio all’insurrezione di piazza Santa Croce in Gerusalemme a Roma. Nel 1897, mente i rapporti con il nazionalista Mazzini si erano oramai completamente deteriorati, combatté in Grecia contro i Turchi, prima di essere incarcerato in Italia, con la condanna a tre anni. Dal 1911 in Italia i suoi scritti divennero illegali perché considerati sovversivi. Nel 1914, ancora una volta, fu eletto, come forma di protesta, ma non poté sedere in Parlamento per essersi rifiutato di prestare il rituale giuramento al Re. Morì a Parigi, il 2 maggio 1918.

martedì 18 settembre 2012

Arthur Lehning e l'anarcosindacalismo




 
Arthur Lehning, nato il 23 ottobre 1889 a Utrecht, studia economia a Rotterdam e storia a Berlino.

Alla fine della prima guerra mondiale si avvicina agli ambienti antimilitaristi e libertari. Dopo aver soggiornato a Vienna e Parigi, ritorna ad Amsterdam dove pubblica, tra il 1927 e il 1929, la rivista «I 10», “organo di tutte le espressioni dello spirito moderno, delle nuove correnti dell’arte, della scienza, della filosofia e della sociologia”. Tra i redattori figurano J. J. Oud per l’architettura Lazlo Moholy-Nagy per “film en foto” e tra i collaboratori personaggi come Hans Arp, Marcel Breuber, Le Courbusier, Walter Gropius, Wassily Kandinsky, El Lissitzky, Piet Mondrian, Gerrit Rietvelt, Kurt Schwitters, Upton Sinclair, Georges Van Tongerloo, oltre a Max Nettalu, Rudolf Rocker, Bart de Ligt, Otto Rühle, Henriette Roland Holst, Alexander Berkman, Alexander Shapiro. Insomma noti esponenti libertari accanto a prestigiosi rappresentanti delle avanguardie artistiche e letterarie, a testimonianza degli interessi culturali che animano il giovane Lehning.

Attivo nel movimento anarchico di ispirazione sindacalista (soprattutto all'interno della FAUD tedesca, con Rudolf Rocker e Augustin Souchy, così come del NAS e del NSV olandesi, prima e dopo il 1923), Lehning è dal 1932 al 1935 segretario dell’Ait, l’Associazione internazionale dei lavoratori sorta a Berlino nel 1922 allo scopo di radunare le organizzazioni sindacaliste rivoluzionarie e libertarie che non si riconoscevano né nell’Internazionale di Amsterdam (socialista riformista), né in quella dell’Internazionale dei sindacati rossi, Profintern, legata all’Internazionale comunista, risiede quindi prima a Berlino, poi a Barcellona. Nel 1935 è tra i fondatori dell’Internaational Institut voor Sociale Geschiedenis (Istituto Internazionale di Storia Sociale, IISG) di Amsterdam. Nell’ottobre 1936 lo ritroviamo in Spagna. Dal 1939 al 1947 vive in Gran Bretagna, ad Oxford, dove dirige la sezione inglesa dell’Istituto. Nel 1952, su invito del governo indonesiano, organizza a Giacarta una biblioteca per le scienze politiche e sociali e insegna presso la locale Università e presso l’Accademia degli affari esteri. Ritornato in patria si dedica agli Archives Bakunine, la raccolta e la pubblicazione degli scritti di Bakunin, il cui primo volume Michel Bakunine et l’Italie 1871-1872 esce nel 1961.

Oltre agli Archives tra le sue pubblicazioni possiamo ricordare: L’amico della mia giovinezza. Ricordi di H. Marsmam (1955), Marsmam e l’espressionismo (1959), Da Buonarroti a Bakunin (1970), Michel Bakunin e gli altri (1976). Ha collaborato al «Die Nieuwe Stem», «Libertinage» e alle riviste dell’IISG. Nel 1969 partecipa, a Torino, al convegno Anarchici e anarchia nel mondo contemporaneo, con la relazione Anarchia e bolscevismo, pubblicata due anni più tardi; nel 1976, a Venezia, partecipa al convegno di studi internazionali su Bakunin, pubblicata nel ’77 in «Bakunin cent’anni dopo» e nel 1977 partecipa al convegno di Ferrara. Nel 1973 esce in Italia Anarchismo e marxismo nella rivoluzione russa, già uscito nel 1929 sulla rivista anarcosindacalista «Die Internationale».

Nel 1999, il PC. Hooft-prijs, il più importante premio letterario in Olanda, gli è stato attribuito per l'insieme della sua opera, che concerneva sia la storia del movimento anarchico ed anarcosindacalista e dei suoi teorici, soprattutto Bakunin, sia la critica del bolscevismo e del modello sovietico.

Arthur Lehnning muore il 1° gennaio 2000, due mesi dopo il suo centesimo compleanno.



Sue opere in italiano:



Bakunin e gli altri, Edizioni Zero in Condotta, Milano, 2002.

L'anarcosindacalismo: scritti scelti, BFS, Pisa, 1994.

Marxismo e anarchismo nella rivoluzione russa, L'Antistato, Cesena, 1973.

Bakunin e la formazione dell'Internazionale in Italia, Editori Riuniti, Roma, 1970