venerdì 28 dicembre 2012

P J Proudhon, Critica della proprietà e dello Stato

Essere governato significa essere guardato a vista, ispezionato, spiato,
diretto, legiferato, regolamentato, incasellato, indottrinato, catechizzato, controllato, stimato, valutato, censurato, comandato da parte di esseri che non hanno né il titolo, né la scienza, né la virtù. Essere governato vuol dire essere, a ogni azione, a ogni transazione, a ogni movimento,
quotato, riformato, raddrizzato, corretto...

Proudhon, noto per alcune espressioni icastiche come «la proprietà è un furto», è stato il primo pensatore sociale a definirsi anarchico. La sua opera, un peculiare intreccio di riflessione iconoclastica e vis polemica, attesta la nascita storica di una visione coerentemente libertaria dell'individuo e della società. Questa scelta antologica, articolata per temi, propone alcuni brani essenziali ripresi da una produzione teorica vastissima e talvolta contraddittoria. Ne viene fuori una lettura anarchica del pensiero proudhoniano che ne identifica gli elementi forti, di stimolo alla riflessione attuale: il federalismo, l'autogestione, la dialettica irrisolta degli opposti, il pluralismo metodologico e progettuale.
A cura di Giampietro BERTI
 
Indice
Introduzione / Nota bio-bibliografica / capitolo primo Critica della proprietà / capitolo secondo Critica dello Stato / capitolo terzo Critica del comunismo / capitolo quarto La giustizia come equilibrio / capitolo quinto Autorità e libertà / capitolo sesto L'associazione degli uguali / capitolo settimo Il nuovo contratto sociale / capitolo ottavo Il federalismo
l'autore:
Pierre-Joseph Proudhon (Besançon, 1809 - Passy, 1865), interlocutore/antagonista di Marx, polemista instancabile ed erudito autodidatta, è autore di scritti fondamentali per il pensiero politico contemporaneo come Che cos'è la proprietà?

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