Operaio e
militante, ma soprattutto uomo libero e solidale, Umberto Tommasini (1896-1980)
è un tipico anarchico della sua generazione: non un dirigente o un teorico, di
quelli che fanno la storia ufficiale. E neppure un esecutore, un ingranaggio
delle macchine partitiche e sindacali. Risolutivo e sonoro è l’io narrante
del protagonista, un lavoratore manuale, che solo attraverso una lunga
conversazione può trasmettere la memoria di un’autentica esistenza
antiautoritaria: spontanea e cosciente, coerente e contraddittoria. Egli
affronta il carcere e mette di frequente a repentaglio la vita con estrema
naturalezza e serenità. Mantiene intatta la propria integrità e ingenuità tra
scontri armati, in particolare in Spagna, condanne, evasioni, attentati a
Mussolini. Incontra, e spesso si scontra, con figure di rilievo della storia del
movimento operaio italiano: Rosselli, Berneri, Valiani ma anche Di Vittorio,
Vidali, Bordiga). Dalla Trieste austriaca alla Prima Guerra Mondiale, dal
biennio rosso al confino, dall’esilio a Parigi all’epopea spagnola, dal ritorno
alla “città senza pace” al Sessantotto. Un lungo filo di impegno e di utopia
unisce periodi e contesti radicalmente diversi nei quali si muove con la
tranquillità e la determinazione di un essere umano attento e attivo. |
Claudio
Venza è docente di Storia della Spagna contemporanea e
di Storia dei partiti e dei movimenti politici presso l’Università di
Trieste; ha insegnato Storia dell'Italia contemporanea all'Università
Autonoma di Barcellona. Dirige, con Alfonso Botti, la rivista «Spagna
contemporanea». Ha promosso, con Giampietro Berti, la stesura del Dizionario
Biografico degli Anarchici Italiani (Pisa, 2004-05, 2 voll.). Tra le
pubblicazioni principali: Umberto Tommasini. L’anarchico triestino
(Milano, 1984); (con Francisco Madrid), Antología documental del anarquismo
español (Madrid, 2001); Anarchia e potere nella guerra civile spagnola
(Milano, 2009).
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