Alla fine della prima guerra mondiale
si avvicina agli ambienti antimilitaristi e libertari. Dopo aver soggiornato a
Vienna e Parigi, ritorna ad Amsterdam dove pubblica, tra il 1927 e il 1929, la
rivista «I 10», “organo di tutte le espressioni dello spirito moderno, delle
nuove correnti dell’arte, della scienza, della filosofia e della sociologia”.
Tra i redattori figurano J. J. Oud per l’architettura Lazlo Moholy-Nagy per
“film en foto” e tra i collaboratori personaggi come Hans Arp, Marcel Breuber,
Le Courbusier, Walter Gropius, Wassily Kandinsky, El Lissitzky, Piet Mondrian,
Gerrit Rietvelt, Kurt Schwitters, Upton Sinclair, Georges Van Tongerloo, oltre a
Max Nettalu, Rudolf Rocker, Bart de Ligt, Otto Rühle, Henriette Roland Holst,
Alexander Berkman, Alexander Shapiro. Insomma noti esponenti libertari accanto a
prestigiosi rappresentanti delle avanguardie artistiche e letterarie, a
testimonianza degli interessi culturali che animano il giovane
Lehning.
Attivo nel movimento anarchico di
ispirazione sindacalista
(soprattutto all'interno della FAUD tedesca, con Rudolf Rocker e Augustin
Souchy, così come del NAS e del NSV olandesi, prima e dopo il 1923), Lehning è dal 1932 al 1935
segretario dell’Ait, l’Associazione internazionale dei lavoratori sorta a
Berlino nel 1922 allo scopo di radunare le organizzazioni sindacaliste
rivoluzionarie e libertarie che non si riconoscevano né nell’Internazionale di
Amsterdam (socialista riformista), né in quella dell’Internazionale dei
sindacati rossi, Profintern, legata all’Internazionale comunista, risiede quindi
prima a Berlino, poi a Barcellona. Nel 1935 è tra i fondatori
dell’Internaational Institut voor Sociale Geschiedenis (Istituto Internazionale
di Storia Sociale, IISG) di Amsterdam. Nell’ottobre 1936 lo ritroviamo in
Spagna. Dal 1939 al 1947 vive in Gran Bretagna, ad Oxford, dove dirige la
sezione inglesa dell’Istituto. Nel 1952, su invito del governo indonesiano,
organizza a Giacarta una biblioteca per le scienze politiche e sociali e insegna
presso la locale Università e presso l’Accademia degli affari esteri. Ritornato
in patria si dedica agli Archives
Bakunine, la raccolta e la pubblicazione degli scritti di Bakunin, il cui
primo volume Michel Bakunine et l’Italie
1871-1872 esce nel 1961.
Oltre agli Archives tra le sue pubblicazioni
possiamo ricordare: L’amico della mia
giovinezza. Ricordi di H. Marsmam (1955), Marsmam e l’espressionismo (1959), Da Buonarroti a Bakunin (1970), Michel Bakunin e gli altri (1976). Ha
collaborato al «Die Nieuwe Stem», «Libertinage» e alle riviste dell’IISG. Nel
1969 partecipa, a Torino, al convegno Anarchici e anarchia nel mondo
contemporaneo, con la relazione Anarchia e bolscevismo, pubblicata due
anni più tardi; nel 1976, a Venezia, partecipa al convegno di studi
internazionali su Bakunin, pubblicata nel ’77 in «Bakunin cent’anni dopo» e nel
1977 partecipa al convegno di Ferrara. Nel 1973 esce in Italia Anarchismo e marxismo nella rivoluzione
russa, già uscito nel 1929 sulla rivista anarcosindacalista «Die
Internationale».
Nel 1999,
il PC. Hooft-prijs, il più importante premio letterario in Olanda, gli è stato
attribuito per l'insieme della sua opera, che concerneva sia la storia del
movimento anarchico ed anarcosindacalista e dei suoi teorici, soprattutto
Bakunin, sia la critica del bolscevismo e del modello sovietico.
Arthur
Lehnning muore il 1° gennaio 2000, due mesi dopo il suo centesimo
compleanno.
Sue opere
in italiano:
Bakunin e
gli altri, Edizioni
Zero in Condotta, Milano, 2002.
L'anarcosindacalismo:
scritti scelti, BFS,
Pisa, 1994.
Marxismo e
anarchismo nella rivoluzione russa,
L'Antistato, Cesena, 1973.
Bakunin e
la formazione dell'Internazionale in Italia, Editori
Riuniti, Roma, 1970
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